Caratteristiche

Melodramma in un prologo e tre atti su libretto di Francesco Maria Piave , tratto dal dramma Simón Bocanegra di Antonio García Gutiérrez.

Prima rappresentazione

Venezia, Teatro La Fenice, 12 marzo 1857

La trama in due parole

Genova, XIV secolo. Il plebeo Simon Boccanegra ama Maria e da questa ha una figlia, ma la donna muore e la piccola scompare. Simone viene eletto doge grazie alle manovre di Paolo. La figlia riappare con il nome di Amelia 25 anni dopo, amata dal patrizio Gabriele Adorno. Il doge vorrebbe maritarla a Paolo, ma quando si accorge dell’identità della donna annulla le nozze. Paolo medita vendetta, studiando il rapimento di Amelia. Nel frattempo Adorno viene arrestato e Paolo lo induce a credere in un legame impuro tra Amelia e il padre. Intanto Boccanegra viene avvelenato da Paolo, ma fa in tempo a riconoscere l’innocenza di Adorno e a benedire le nozze di questo con la figlia. Bandito Paolo da Genova, Gabriele è il nuovo doge.

A Genova nel XIV secolo. L’ex Corsaro Simon Boccanegra, un plebeo, è eletto doge per le manovre di Pietro e Paolo. Sposa Maria, sposa del patrizio Fiesco, e ha una figlia. Ma la bimba scompare, mentre Maria muore.

Sono passati venticinque anni. Il Fiesco ha allevato una trovatella. Nessuno lo sa, ma si tratta della figlia di Simon Boccanegra. Ora si chiama Amelia Grimaldi. La giovane è amata da Gabriele Adorno, di famiglia patrizia. Boccanegra vorrebbe maritarla al suo fido Paolo e Amelia, per sfuggire alla minaccia, chiede a Gabriele di sposarla subito. Vedendo un ritratto di Maria, che Amelia ha conservato, Simon Boccanegra, il doge capisce chi sia la fanciulla e annulla le nozze con Paolo.
Nel frattempo l’Adorno viene arrestato, sotto accusa di avere ucciso un pretendente di Amelia che cercava di rapirla. La ragazza incolpa Paolo del tentato rapimento. Una maledizione cadrà sul vero colpevole.

In carcere Gabriele è convinto da Paolo dell’esistenza di un legame impuro tra Boccanegra e Amelia. Uscito dalla prigione, egli cerca di uccidere il doge, il quale però riesce a spiegargli la verità. Paolo intanto, ha segretamente propinato a Simon Boccanegra, mescolandolo al vino, un veleno a effetto lento.

Contro il doge si scatena una rivolta dei guelfi genovesi, ma Gabriele riesce a pacificare gli animi. Ormai Simon Boccanegra sta morendo. Il perfido Paolo viene condotto al patibolo e il doge, prima di spirare , benedice le nozze di Amelia con Gabriele.
Il giovane sarà eletto doge, con grande gioia dei genovesi che apprezzano le sue doti di giustizia e di moderazione.

storia

Nel 1855 il teatro La Fenice di Venezia chiede a Verdi un’opera nuova, ma il contratto viene firmato solo un anno dopo, quando il compositore ha già chiaro lo schema generale di un dramma che derivava dal teatro di Antonio García Gutiérrez: Simon Boccanegra . Il Maestro ne scrive una sua preventiva versione a Parigi, dove fa pure tagliere e limare da Giuseppe Montanelli il libretto che Francesco Maria Piave aveva già approntato, comunicandolo al librettista via epistolare e a cose ormai fatte. La prima va in scena il 12 marzo del 1857, con interpreti il baritono Leone Gilardoni (Simon Boccanegra), il basso Giuseppe Etcheverry (Fiesco), il baritono Giacomo Vercellini (Paolo) e il soprano Luigia Bendazzi (Maria/Amelia). L’opera sarà un insuccesso clamoroso, quasi come quello de La traviata quattro anni prima.
Ventidue anni più tardi, sotto suggerimento dell’editore e amico Ricordi , Verdi riprende in mano la vecchia partitura del Simon Boccanegra , rivolgendosi ad Arrigo Boito per le modifiche da apportare al libretto di Piave. Il primo atto viene completamente rivisto, per il quale Verdi viene ispirato da due lettere di Francesco Petrarca, una indirizzata al Doge di Genova, Boccanegra appunto, e l’altra a quello di Venezia, che condannavano le lotte fratricide tra le due Repubbliche; la lettera di Petrarca dovrà comparire non solo nel testo del libretto, ma anche sulla scena.
Con queste e altre modifiche il nuovo Simon Boccanegra va in scena alla Scala di Milano il 24 marzo del 1881.